La tragica scomparsa di Matteo Franzoso, giovane promessa dello sci italiano, ha riacceso con forza il dibattito sulla sicurezza nelle discipline veloci dello sci alpino. Il 25enne genovese è deceduto il 15 settembre 2025 in seguito a una caduta durante un allenamento a La Parva, in Cile. L’incidente, avvenuto su una pista di preparazione estiva, ha sollevato interrogativi profondi sulla velocità raggiunta dagli sci moderni e sulle condizioni delle piste di allenamento.
L’allarme di Kristian Ghedina: “Sci troppo veloci, specie in curva”
Kristian Ghedina, ex campione azzurro e voce autorevole nel mondo dello sci, ha espresso profonda preoccupazione per l’evoluzione tecnica degli sci da gara. “Amo la velocità, ma con i materiali di oggi i rischi sono aumentati. Gli sci moderni, soprattutto quelli da discesa, sono diventati troppo veloci, specialmente in curva” ha dichiarato.
Ghedina ha sottolineato come l’adrenalina della velocità sia parte integrante dello sport, ma ha anche ammesso che si è raggiunto un punto critico: “Oggi un atleta che fa forza sterzante e sopporta la forza centrifuga guadagna talmente tanta velocità che diventa una fionda. Se qualcosa va storto, non c’è modo di controllare gli sci”.
La dinamica dell’incidente: una tragedia evitabile?
Secondo la nota ufficiale della FISI, Franzoso ha affrontato male un piccolo salto del tracciato, venendo sbalzato in avanti. Ha oltrepassato due file di reti di protezione e ha impattato violentemente contro una staccionata posizionata circa 6-7 metri fuori pista. Il trauma cranico riportato è stato fatale.
Ghedina, che conosce bene quelle piste cilene, ha commentato: “Mi sono allenato anche io lì. Le piste di allenamento estive sono le più pericolose. Bisogna aumentare le vie di fuga e migliorare le protezioni”.
Le proposte per aumentare la sicurezza
Gli esperti e la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) stanno valutando misure concrete per ridurre i rischi:
Modifica degli sci da gara: tornare a materiali meno performanti in curva per limitare la velocità e migliorare il controllo.
Miglioramento delle piste di allenamento: standard più elevati anche fuori dall’Europa, dove spesso le condizioni sono meno sicure.
Aumento degli spazi di fuga: per permettere agli atleti di decelerare in caso di errore.
Nuove regole FIS: a partire dalla stagione 2025/26 saranno introdotti paraschiena con airbag, abbigliamento antitaglio e specifiche più severe per l’attrezzatura.
Un lutto che scuote il mondo dello sci
La morte di Franzoso segue altri tragici episodi recenti, come quelli di Matilde Lorenzi e Marco Degli Uomini. “Non si può partire per sciare e poi non tornare più a casa” ha scritto Lucrezia Lorenzi, sorella di Matilde, in un toccante messaggio.
Ghedina ha ricordato Franzoso come “un ragazzo solare e intelligente, laureato e impegnato nello sport agonistico. Alla notizia della sua morte ho provato una profonda fitta di dolore”.
Conclusione: un bivio per il futuro dello sci
Il mondo dello sci alpino si trova oggi davanti a un bivio: continuare a inseguire la prestazione estrema o ripensare profondamente le regole e gli strumenti per garantire la sicurezza degli atleti. La voce di Ghedina, un’icona dello sport, risuona come un monito: “È ora di cambiare. Non possiamo continuare a piangere giovani talenti”