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lunedì 31 ottobre 2016


E' stato un'altro capitolo squallido quello della gara di ieri in Messico. E alla fine Daniel Ricciardo ha conquistato la terza posizione. Nel bene o nel male è sempre il baby olandese a far parlare di sé, perché quella difesa coi denti di Vettel sull’australiano è arrivata dopo che Verstappen si era rifiutato di dare strada al ferrarista nonostante l’ordine del suo team dopo aver tagliato la variante alla curva 1. Alla fine Vettel addirittura quinto, Verstappen quarto.

 "Poteva essere una giornata dal sapore speciale, con un podio meritatissimo che ci è stato tolto dalla burocrazia. Tutta la squadra aveva dimostrato carattere rimanendo unita e concentrata in un momento difficile. La strategia ci aveva permesso di recuperare posizioni, i due piloti hanno fatto un ottimo lavoro", ha aggiunto il team principal. Dal canto suo, Vettel si è limita a poche parole per spiegare quanto accaduto con Ricciardo: "Lo rispetto moltissimo e non è bello quando due macchine si toccano. A mia difesa posso dire che stavo lottando con tutte le forze, ho cercato di lasciargli comunque un minimo di spazio e penso di averlo fatto"

sabato 22 ottobre 2016


Il tennista imperiese Fabio Fognini supera con grande abilità il tedesco Kolhschreiber, testa di serie numero 3 dell'ATP di Mosca, competizione che vede il nostro atleta vicino alla conquista, con l'ultimo ostacolo da superare nella finale di domani.
Fognini asfalta in maniera peretta Kohlschreiberin soli due set. Nel primo set il tedesco non risce mai a reagire tranne all'inizio quando il match era fermo sull'1-1 nei games, ma nel proseguire del set Fognini stacca l'avversario concludendo 6/1. Nel secondo set il tennista imperiese rischia di lasciarsi sorprendere dall'avversario, ma alla fine riesce a spuntarla in un combattimento fino all'ultimo colpo di racchetta che vede vincere Fognini al tie-break con il punteggio di 7/6, raggiungendo la finale del torneo. 
Domani Fognini si giocherà l'ATP di Mosca contro il vincente tra Carreno Busta (testa di serie numero 6 del tabellone) e Robert. 

martedì 16 agosto 2016

Prima come atleta, poi (soprattutto) come dirigente ha fatto la storia del suo paese. Il Brasile piange Jean-Marie Faustin Goedefroid de Havelange, più noto come Joao Havelange, morto ieri a 100 anni a Rio, città in cui era nato e che gli ha dedicato lo stadio Olimpico dove in queste ore si stanno disputando le gare di atletica dei Giochi.
Havelange partecipò a due Olimpiadi, prima come nuotatore poi come giocatore di pallanuoto, vincendo una medaglia. Ma viene ricordato soprattutto per essere stato il re della Fifa per 24 anni, prima di abdicare lasciando il posto a Joseph Blatter. A lui va il merito di aver portato a 32 il numero di squadre partecipanti ai Mondiali di calcio.
Nato l'8 maggio del 1916, figlio di un commerciante belga che aveva fatto fortuna in Brasile, prese parte come nuotatore alle Olimpiadi del 1936 e come giocatore di pallanuoto a quelli del 1952. La carriera di dirigente sportivo cominciò a fine anni 50 quando diventò membro del Cio. Nello stesso periodo e fino al 1975 fu presidente della Federcalcio brasiliana. Da presidente vinse due mondiali, quello del 1958 e quello del 1962.
Fu eletto alla presidenza della Fifa l'11 giugno del 1974, battendo al ballottaggio il presidente uscente Stanley Rous per 68 voti a 52. Nei 24 anni trascorsi alla presidenza della Fifa riformò i Campionati mondiali di calcio aumentando il numero delle squadre partecipanti: in pochi anni, sotto la gestione di Havelange, il Mondiale passò dalle classiche 16 squadre a 24 nel 1982 in Spagna e addirittura a 32 nel 1998 in Francia. Sin dall'inizio degli anni Ottanta sono emerse voci circa un suo possibile coinvolgimento in vari episodi di corruzione. È stato presidente onorario della Fifa dal 1998 al 18 aprile 2013, quando si è dimesso in seguito ad un altro caso di corruzione per la vendita dei diritti in esclusiva sui Mondiali.

Libania Grenot termina all'ottavo posto, in 51.25, la finale olimpica dei 400 metri. L'oro olimpico va alla bahamense Shaunae Miller (49.44), che si tuffa sul traguardo e beffa la statunitesne Allyson Felix (49.51). Il keniano David Rudisha si conferma sul gradino più alto del podio negli 800 metri (1:42.15), mentre nel'asta arriva la sorpresa più clamorosa: a vincere é il 23enne brasiliano Thiago Braz Da Silva, che supera i 6,03 e sfila la medaglia più importante al francese Renaud Lavillenie, il campione di Londra e primatisa del mondo (qui capace di 5,98).  

A Rio de Janeiro Elia Viviani ha conquistato la medaglia d’oro nell’omnium e si è così laureato campione olimpico. Il ciclista azzurro ha chiuso con 207 punti, al termine delle sei prove, davanti al britannico Cavendish (194) e al danese Hansen (192). Viviani, che al termine delle prime tre prove disputate ieri occupava la seconda posizione con 104 punti (scratch 28; inseguimento 36; eliminazione 40), questa mattina era passato al comando della classifica generale con 140 punti, grazie al 3° posto nel km a cronometro (1:02:338). E’ la ventitreesima medaglia per l’Italia nella XXXI edizione dei Giochi Olimpici Estivi, la seconda per il ciclismo, dopo il bronzo nella prova su strada conquistato da Elisa Longo Borghini.

mercoledì 10 agosto 2016


Era la più attesa della giornata e invece Federica Pellegrini  non riesce a riscattare il flop di Londra e spiega la sua finale dei 200 stile libero, chiusa con un deludente 4° posto: "In acqua sensazioni così strane che perdere la medaglia è l'ultimo pensiero. Ho dato tutto, non è andata"
Doveva essere l'Olimpiade con cui riscattare il flop di Londra e chiudere sul podio una carriera a cinque cerchi durata dodici anni. E' amara invece l'acqua della piscina di Rio per Federica Pellegrini che nella sua gara, i 200 stile libero, non fa meglio del quarto posto: i riflettori alla fine sono tutti per l'americana Katie Ledecky, oro 1'53"73, davanti alla svedese Sarah Sjostrom, argento in 1'54"08. Il bronzo, a cui mirava l'azzurra, se lo va a prendere l'australiana Emma McKeon (1'54"92). Per la Pellegrini il quarto crono di 1' 55"18 che lascia solo tanta delusione.

Ma la campionessa che dodici anni fa ad Atene vinceva a soli sedici anni l'argento olimpico, la stessa che quattro anni dopo a Pechino conquistava l'oro con record del mondo, in gara non c'è mai stata: staccata dal treno delle prime, ai 100 era addirittura ottava, risalita al quinto posto ai 150 metri non ha avuto le gambe per l'attacco finale. "Mi sembra di essere in un piccolo incubo. In acqua ho avuto sensazioni talmente tanto strane che non aver preso la medaglia è onestamente il mio ultimo pensiero dice appena uscita dall'acqua -. Negli ultimi 50 metri sono 'morta': non ne avevo più".

E' provata e anche incredula, perché la stagione aveva dato ben altre indicazioni: ai Giochi brasiliani la Pellegrini è arrivata dopo aver nuotato con tempi da big. A Rio, dopo il sesto posto nella staffetta veloce, si era rituffata per le batterie dei 200 sl, la sua gara, e aveva centrato la finale con il terzo tempo. E il podio sembrava già scritto, con l'americana-fenomeno (già al secondo oro dopo quello nei 400 in cui ha stabilito un record spaventoso) oro e la svedese a seguire. Il gradino piu' basso era alla portata dell'azzurra.

"Ho dato tutto quello che avevo, purtroppo non è andata. Mi dispiace perché il bronzo era a due decimi" ammette provando a nascondere l'amarezza. Ma poi si arrabbia quando le viene chiesto se ha sbagliato la gara di testa. "Ho 28 anni, se ancora si dice che subisco la gara di testa mollo cazzotti a tutti...". La medaglia, anche se del materiale meno prezioso avrebbe chiuso il cerchio. Non è così, sul podio la festa è per le altre.

domenica 7 agosto 2016



sabato 6 agosto 2016

Vincenzo Nibali cade e così svanisce il sogno dell'oro olimpico e dell’Italia del ciclismo che si spezza sulla discesa di Vista Chinesa. Uno dei terreni preferiti dello Squalo di Messina, ma stavolta fatale al campione siciliano. Che aveva attaccato più di tutti, e a un certo punto staccato quasi tutti. Ma è caduto sul più bello, mentre correva verso un podio quasi assicurato, e un possibile oro da giocarsi con Henao eMajka. Il colombiano è andato giù insieme a lui, il polacco no. Ma era troppo stanco per resistere alla rimonta di Greg Van Avermaet. È lui il campione olimpico nella prova in linea maschile di ciclismo ai Giochi di Rio 2016: belga fortissimo, tra i primi ad andare in fuga (il che aggiunge valore al suo successo); ma uomo da classiche del nord più che da tapponi alpini, a dimostrazione che il percorso non era poi così duro come sembrava. All’arrivo anche il danese Jakob Fuglsang ha bruciato lo stremato Majka, comunque di bronzo. All’Italia resta solo il sesto posto di Fabio Aru. E una marea di rimpianti per una medaglia che la nazionale avrebbe strameritato per quanto fatto vedere in tutti i 240 chilometri sulle strade brasiliane.

sabato 23 luglio 2016

 Paolo Lorenzi a 34 anni e 7 mesi  si è aggiudicato il suo primo torneo Atp, il “250” di Kitzbuhel sconfiggendo il finale 6-3 6-4 il gerogiano Nikoloz Basilashvili, n.123 Atp (ma è stato 86). Un record, a suo modo: nessuno ha mai vinto il primo titolo Atp ad un'età superiore alla sua (prima di lui il più anziano era stato Estrella Burgos a 34 anni e 6 mesi nel 2014 a Quito). Lorenzi aveva già disputato una finale Atp, nel 2014 a San Paolo del Brasile, uscendo sconfitto dall'argentino Delbonis, stavolta non si è fatto scappare la ghiotta occasione. E' il 54esimo successo di un azzurro nel circuito maggiore dalla nascita dell'Atp (iniziò Adriano Panatta nel 1971 a Senigallia), il primo di questo 2016 che arriva a due anni da quello di Fabio Fognini a Vina del Mar. Grazie ai 250 punti guadagnati Lorenzi, classe 1981 – la stessa di Federer – da lunedì salirà a quota 41 nel ranking Atp, il suo best ranking in carriera.

Che Paolo volesse fortemente questo titolo l'aveva già dimostrato in semifinale contro Gerard Melzer, battuto 7-6 7-6 (al 13 matchpoint) dopo una battaglia lungamente interrotta dalla pioggia nella quale aveva dovuto lottare anche contro il tifo compatto del pubblico locale. Oggi è partito bene nel primo set, nel secondo ha subito il break in apertura del georgiano ma è stato bravo a ristrappare il servizio all'avversario, scattare 3-1 e inserire la marcia vincente al nono game dopo essersi fatto riprendere sul 3-3. Alla fine anche il pubblico lo ha festeggiato, il giusto premio per un atleta di grandi qualità agonistiche e umane, un ragazzo di rara simpatia e umiltà.

domenica 29 maggio 2016


Il salto in alto continua a dare grandi soddisfazioni all’Italia. Questa volta è toccato ad Alessia Trost  che nella quarta tappa della IAAF Diamond League a Eugene, in Oregon, ha portato a casa  un bellissimo terzo posto nel salto in alto. La 23enne pordenonese delle Fiamme Gialle ha superato 1,92, sua migliore prestazione stagionale. La gara è stata vinta dalla statunitense Chaunte Lowe con 1,95 e una progressione senza errori fino ai tentativi sbagliati all’1,97.
La Trost è entrata in gara a 1,80, poi ha superato 1,84 e 1,88 senza errori. Alla seconda prova ha la meglio sull’1,92, ma poi commette tre errori a 1,95. Seconda Laverne Spencer, unica con la Lowe a superare al primo tentativo l’1,92. Per l’azzurra anche la soddisfazione di aver battuto la campionessa del mondo Vashti Cunningham e la campionessa europea Ruth Beitia, tutte a 1,92.

29/05/2016: Ecco i migliori 5 video Gif che raccontano le situazioni più divertente dello sport mondiale apparsi nel web in questi giorni:










































sabato 28 maggio 2016


La bocca aperta, i denti digrignati. E tutto intorno un’esplosione di gioia e colori. Vincenzo Nibali si alza sulla sella, dà gli ultimi colpi di pedale e taglia il traguardo di un’impresa storica. Il ribaltone è sorprendente e completo: lo Squalo di Messina ha azzannato a Sant’Anna di Vinadio il 99° Giro d’Italia, il secondo della sua carriera dopo quello del 2013, il quarto grande giro insieme alla Vuelta 2010 e al Tour 2014. Numeri da campione, come da campione sono gli ultimi 15 km della Guillestre-Sant’Anna di Vinadio che lo hanno condotto al successo. Nibali ha attaccato sulla salita della Lombarda, a poco più di 4 km dalla vetta. Una progressione irresistibile, mentre Esteban Chaves vedeva la maglia celeste diventare sempre più piccola. Sotto lo striscione del gpm, il suo vantaggio era già di 56’’. All’alba di questa giornata di gloria, aveva 44’’ di ritardo dal sogno. Con la maglia rosa virtualmente addosso si è buttato in picchiata dalla Lombarda, ha resistito all’acido lattico sugli ultimi due km di salita e ha afferrato il trionfo davanti al Santuario di Sant’Anna. La giornata perfetta. Chaves arriva al traguardo 1’36’’ dopo, mentre Rein Taaramae, ex compagno di Vincenzo all’Astana, festeggia la vittoria della 20ª tappa.

giovedì 7 aprile 2016


(ANSA) - ROMA, 7 APR - La lettera sottoscritta da tutti i team ha fatto breccia fra i vertici della Federazione automobilistica internazionale che, di comune accordo con la Fom (Formula one management), ha deciso di tornare - già a partire dal prossimo Gp in Cina, sulla pista di Shangai - al format di qualifiche classico, diviso in Q3, Q3, Q1, e che era stato in vigore fino a quest'anno. Si tornerà così definitivamente alle qualifiche 2015, come auspicato dalle squadre, che avevano preso negli ultimi giorni una posizione netta nei confronti della Federazione e di Bernie Ecclestone, firmando una lettera congiunta. Bocciata l'ultima idea della qualifica con la somma dei tempi, a Fia e Fom non è rimasta altra scelta che prendere atto della volontà dei protagonisti di tornare all'antico. Adesso si attende la ratifica del Consiglio mondiale sportivo della Fia.

domenica 3 aprile 2016


DIRETTA GP ARGENTINA

VINCE MARQUEZ, davanti a Rossi e Pedrosa
ULTIMO GIRO: clamoroso ultimo giro con Iannone e Dovizioso che si toccano e finiscono a terra buttando la gara
18/20 Pazzesca manovra di Dovizioso che passa Rossi e Iannone 
17/20 caduta di Vinales che perde la moto sulla pista umida proprio davanti a Iannone che lo evita, peccato per il giovane pilota autore di una gara sensazionale
16/20 Vinales in lotta piena con Rossi che riesce a difendersi ma saranno ultimi giri incandescenti
15/20 qualche problema per Vinales con la sua moto molto scomposta ma ormai ha preso Rossi
14/20 Difficoltà anche per Pedrosa rimasto in 7° posizione, mentre Iannone passa Dovizioso
13/20 Marquez continua a guadagnare su Rossi che al momento a 5'' dallo spagnolo ma è anche più lento di Dovizioso e Iannone
12/20 ecco la situazione in pista

ROMA - Resterà nella storia del calcio per i suoi successi con il Milan, con la Nazionale. Ma anche per la sua umanità, le sue bonarie sfuriate. E' morto a 84 anni Cesare Maldini, ex giocatore rossonero ed ex allenatore della Nazionale italiana di calcio, padre di Paolo, ex terzino del Milan.

La notizia è arrivata poco prima delle 6 del mattino, con un comunicato della famiglia. L'annuncio "con immenso dolore della scomparsa di Cesare nella notte tra sabato e domenica". Cesare Maldini è stato una 'bandiera', figura che nel calcio sembra sempre più passare di moda. Lo è stato per il Milan, come poi il figlio Paolo.
Fonte ANSA

venerdì 1 aprile 2016


Andrea Dovizioso davanti a tutti al termine della prima sessione di prove libere del Gran Premio del d'Argentina, secondo appuntamento del Mondiale MotoGP. Il pilota forlivese della Ducati, nell'ultimo dei 14 giri effettuati ha fermato il cronometro sul miglior tempo di 1'43"684. Alle sue spalle a 94 millesimi la Honda Hrc di Marc Marquez. Terzo tempo per la Ducati del team Aspar di Yonny Hernandez. A 429 millesimi Maverick Vinales con la Suzuki che è stato più veloce di 15 millesimi del compagno di squadra Aleix Espargarò. Sesto tempo per Valentino Rossi a 0"497 da Dovizioso. Alle spalle del "Dottore" l'altra Honda Hrc di Dani Pedrosa a 50 millesimi; quindi Jack Miller con la Honda Estrella Galicia 0,0 Marc VDS, Bradley Smith con la Yamaha Tech 3 e Scott redding con la Ducati del Pramac Racing. Solo dodicesimo Jorge Lorenzo. Il campione del mondo, alle prese con una moto un pò nervosa è stato di più lento di un secondo e 58 millesimi. Tutti i piloti si sono lamentati per l'asfalto molto sporco e quindi con poco grip della pista di Termas de Rio Hondo.

Fonte: ITALPRESS

giovedì 31 marzo 2016


Il pilota asturiano reduce dal terribile incidente con Gutierrez al dicisettesimo giro del Gp d’Australia, non è stato considerato idoneo e quindi non sarà presente in Bahrain. Il pilota è stato sottoposto ad una visita durata un’ora e mezzo, nella quale si sono verificati la sua rapidità di pensiero, memoria e riflessi ed alla fine della quale la FIA ha deciso che Fernando non potrà salire sulla sua McLaren, questo fine settimana.
Fernando Alonso era uscito dalla sua McLaren, completamente distrutta, apparentemente illeso: evidentemente l’incidente ha lasciato qualche strascico e si reputato più prudente tenere lo spagnolo a riposo e di ripetere gli esami prima del Gran Premio cinese. A seguito il comunicato ai media del delegato FIA, Matteo Bonciani:

Ricordiamo anche che il sedile della MP4-31 è ancora sotto inchiesta da parte della Federazione, in quanto, nella carambola è rimasto danneggiato, anche se secondo la McLaren il cedimento è da considerarsi positivo perchè è servito ad assorbire la forza dell’impatto.
Quindi da domani vedremo il debutto di Stoffel Vandoorne: il belga era impegnato nei test con la Super Formula in Giappone e dovrà mettersi in viaggio al più presto per raggiungere il Bahrain. A Fernando Alonso un augurio di un pronto recupero in modo da poterlo rivedere in pista già dall’appuntamento in Cina.


"Abbiamo visto un allenamento di Schwazer e l'abbiamo valutato: i risultati sono quelli di un atleta che dimostra di essere sulla strada per tornare ad essere quello che ha vinto l'oro nel 2008". Lo sostiene il presidente della Fidal Alfio Giomi, riferendosi al test che Alex Schwazer ha svolto, il 13 marzo scorso, sotto la supervisione dei tecnici federali. Risultati incoraggianti in vista della Coppa del mondo di marcia che il 7 e 8 maggio, a Roma, vedrà l'altoatesino andare a caccia del pass per Rio 2016.
"Sarà la strada a dare il responso - sentenzia Giomi - Lo farà per lui e per tutti gli altri marciatori che quel giorno saranno in campo e si giocheranno l'Olimpiade". Alla Coppa del mondo ci sarà anche Giuseppe Fischetto, principale accusatore di Schwazer nel processo penale a Bolzano, nelle vesti di delegato antidoping della Iaaf. "Una coincidenza - spiega Giomi - In ambito Iaaf, Fischetto continua a ricoprire il ruolo che aveva prima. È comunque una persona seria, quindi non ci vedo nulla di strano".
   FONTE ANSA


La Juventus vince la Viareggio Cup per la nona volta nella sua storia. Nella finale i bianconeri hanno superato 3-2 il Palermo. La squadra di Grosso va in vantaggio con Kastanos dopo meno di un quarto d'ora dall'inizio. Ma La Gumina, nominato alla fine Golden Boy del torneo, rimette subito in corsa i rosanero. Un rigore di Vadalà, però, permette alla Juve di passare di nuovo in vantaggio. Tre minuti dopo sempre un penalty di La Gumina riporta ancora una volta il risultato in parità. Il pareggio dura fino all'80', quando Di Massimo trasforma il rigore decisivo. 

I COMPLIMENTI DI ALLEGRI - Anche MassimilianoAllegri, allenatore della prima squadra della Juventus, ha voluto fare i complimenti ai ragazzi di Grosso per il successo nella finale della Viareggio Cup. Il tecnico ha postato questo messaggio su twitter:«Alzare trofei da ragazzi è importante, vincere aiuta a vincere specie se si gioca bene. Bravi! #ViareggioCup».
JUVENTUS-PALERMO 3-2: Kastanos al 14', La Gumina al 28', Vadalà (rig.) al 34', La Gumina (rig.) al 37', DI Massimo all'80' (rig.)
JUVENTUS (4-3-3): Del Favero; Lirola, Severin, Blanco Moreno, Coccolo; Macek, Bove, Cassata; Kastanos, Morselli, Vadalà. All. Grosso
PALERMO (3-5-2): Marson; Punzi, Tafa, Maddaloni; Dalia, Costantino, Ferchichi, Santoro, Giuliano; La Gumina, Lo Faso. All. Bosi
ALBO D'ORO
9 Milan e Juve
8 Fiorentina
7 Inter
6: Torino e Dukla Praga
4: Sampdoria
3: Roma
2: Genoa, Atalanta e Vicenza
1: Napoli, Bologna, Empoli
Partizan, Anderlecht, Bari,
Cesena, Brescia, Juventud,
Sparta Praga
fonte: corrieredellosport.it

Novak Djokovic per la settima volta in carriera si qualifica per le semifinali del Miami Open, secondo Atp World Tour Masters 1000 stagionale dotato di un montepremi di 6.134.605 di dollari avviata verso la stretta conclusiva sui campi in cemento di Key Biscayne. Il numero uno del mondo, che in Florida ha già trionfato in cinque occasioni e punta anche al record assoluto di trofei Masters 1000 (attualmente è a quota 27 insieme a Rafa Nadal), ha regolato con il punteggio di 6-3, 6-3 il ceco Tomas Berdych, numero 7 della classifica mondiale e del seeding. 

Solo nel secondo set ha avuto un piccolo allarme, ma non a causa dell'avversario quanto piuttosto per un fastidio alla schiena, che l'ha indotto a chiedere il medical time out per farsi massaggiare la parte dolorante. "Ho sentito una sorta di contrazione nella parte destra della schiena, in basso, ma non si tratta di nulla di grave", ha assicurato Djokovic come riportato dal sito della Fit. Il numero 1 del Mondo è in corsa per diventare il primo giocatore a realizzare la doppietta Indian Wells/Miami per tre anni consecutivi. 

A Key Biscayne può anche eguagliare il record di Andre Agassi, sei volte trionfatore in carriera di questo torneo. In semifinale Djokovic affronterà il belga David Goffin, n. 15 del ranking mondiale, che ha battuto in rimonta per 3-6, 6-2, 6-1, dopo quasi due ore di partita, il francese Gilles Simon, 18ª testa di serie e n.19 Atp. In campo femminiled dopo Bacsinszky, Kuznetsova e Azarenka, anche Angeliqua Kerber ha staccato il pass per le semifinali del Miami Open. La tennista tedesca ha liquidato per 6-3, 6-2, in un'ora ed otto minuti, la 21enne statunitense Madison Keys, 22ª testa di serie. In semifinale Kerber affronterà la bielorussa Victoria Azarenka. 

fonte: http://www.raisport.rai.it/

fiducia nei miei ragazzi, so di poter contare su di loro. Ma dobbiamo restare tutti con i piedi per terra". Lo dice all'Ansa Antonio Conte, all'indomani della dura sconfitta con la Germania. "Veniamo dal fallimento Mondiale - aggiunge il ct - I convocabili dalla A si sono dimezzati in 10 anni, conoscevamo il gap dalle grandi: non possiamo essere selezione, dobbiamo essere squadra. Quando dico che i giocatori sono questi, ricordo a tutti che non ho lasciato a casa nessun possibile azzurro. Su questi devo lavorare per l'Europeo".
Conte, tornato stanotte con la squadra da Monaco, ha un mese e mezzo per stilare la lista dei convocati per l'Europeo. "L'ho detto ieri e lo ribadisco - spiega - Non boccio nessuno perché l'impegno ieri è stato massimo. Le risposte sono arrivate. Non avevamo risolto tutti i problemi con il pareggio con la Spagna e non li abbiamo scoperti tutti con la sconfitta in Germania. Dobbiamo ricordare da dove veniamo e sapere che il nostro è un percorso: vedremo quando darà i suoi frutti".
Fonte ANSA

mercoledì 30 marzo 2016


Fare il bis sarà difficile. Valentino Rossi non fa troppi proclami in vista del Gran premio di Argentina in programma domenica sul circuito delle Termas di Rio Hondo. Il Dottore, nella passata stagione, ottenne un'importante vittoria "ma sarà difficile ripetere lo stesso risultato anche se ci proveremo. Sono molto felice di andare in Argentina, è un posto dove ho tanti tifosi ed è sempre bello sentire l'affetto e la passione di queste persone. Lo scorso anno fu una grande gara". All'esordio stagionale in Qatar, Rossi non è riuscito a salire sul podio, chiudendo quarto, "ma è stata comunque una buona gara. Abbiamo lavorato bene per tutto il weekend e in Argentina dovremo fare la stessa cosa facendo però meglio in gara e provare a salire sul podio. Questo è un circuito che mi piace molto e proveremo a fare del nostro meglio".

Dopo l'ottima partenza in Qatar, Jorge Lorenzo prova a invece sfatare un tabù visto che sul circuito delle Termas de Rio Hondo ha chiuso terzo nel 2014 e quinto lo scorso anno. "Non  vedo l'ora di correre in Argentina - le parole del maiorchino - Dopo la vittoria in Qatar e le buone sensazioni in pista, ora voglio correre su una pista dove in passato abbiamo faticato un po'. Dall'altro lato dobbiamo tenere i piedi per terra: abbiamo iniziato il campionato in modo perfetto ma dobbiamo ancora capire il comportamento della moto sulle varie piste, voglio assicurarmi che con questa elettronica e queste gomme funzioni dappertutto. Di sicuro iniziare la stagione come abbiamo fatto in Qatar è un buon modo per acquisire fiducia e lavorare ancora più duramente per provare a lottare per la vittoria qui. E' un bel tracciato e sono felice di andare in Argentina". 

(FONTE ITALPRESS).

martedì 29 marzo 2016



Un'ennesima morte sconvolge il mondo del ciclismo. Dopo il decesso di ieri di Antoine Demoitié, investito da una moto in seguito ad una caduta alla Gand-Wevelgem, il gruppo piange la scomparsa di un altro belga, il 22enne Daan Myngheer, ricoverato da sabato all'ospedale di Ajaccio per un attacco cardiaco durante la prima tappa del Criterium International, breve corsa in Corsica. A darne l'annuncio, su Facebook, è stata la sua squadra, la Roubaix-Lille Metropole: "E' con grande commozione che annunciamo la morte di Daan. Ha perso la sua ultima gara dopo aver lottato come un grande campione. E' morto questo lunedi, 28 marzo alle ore 19.08, alla presenza dei suoi genitori, la sorella e la sua ragazza Fleur Emely all'ospedale di Ajaccio". Myngheer, sabato, aveva accusato un malore in corsa, si era ripreso ma, a 25 chilometri dal traguardo, era caduto, per poi restare vittima di un infarto durante il trasporto in ambulanza verso l'ospedale. Posto in coma indotto, le sue condizioni erano apparse da subito critiche e non si è più svegliato. Secondo quanto riferisce L'Equipe, il giovane belga, che avrebbe compiuto 23 anni il prossimo primo aprile, aveva avuto dei problemi anche nel 2014, durante una gara amatoriale in Belgio, e i successivi test avevano rivelato delle anomalie. Questo inverno, però, si era sottoposto in Francia e Belgio a nuovi esami, necessari per la concessione della sua licenza. Dopo i buoni risultati da junior (secondo alla Het Nieuwsblad nel 2010, campione belga nel 2011), il corridore alto 190 centimetri era passato nel 2015 nella Continental Veranda Willems per poi diventare professionista, da questa stagione, alla francese Roubaix-Lille Metropole. Dopo il Criterium International, avrebbe dovuto partecipare alla Route Adelie, sempre su territorio transalpino. "Daan donerà i suoi organi per aiutare gli altri, era la sua volontà", ha fatto sapere la sua squadra, rivelando così un altro dettaglio che lo accumuna a Demoitie'.
(ITALPRESS).

Un rumore spaventoso, poi il crollo al suolo. Il mondo del baseball trattiene il fiato per Rymer Liriano, esterno dei Milwaukee Brewers colpito in pieno volto dalla pallina scagliata da Matt West, all'ottavo inning del match di pre-season contro i Los Angeles Dodgers. Portato d'urgenza in ospedale, al giocatore 24enne sono state riscontrate fratture multiple facciali ma in serata è stato dimesso perché è ancora troppo gonfio per poter tentare un intervento chirurgico.
"Sarà controllato dai medici tra un paio di giorni - ha dichiarato il manager della squadra, Craig Counsell -. È stato fantastico vederlo, ma non è tutto ok. Lo attende ancora molta strada". La paura in effetti è stata tanta: la pallina viaggiava a circa 90 km/he Liriano, dopo essere crollato a terra, ha iniziato a muovere braccia e gambe in modoscomposto. Alla mente è tornato subito il drammatico incidente di Phillip Hughes, il giocatore di cricket australiano che un anno fa è stato colpito alla testa da una pallina ed è poi morto dopo giorni di coma.


La Maratonina dei record ha rispettato la tradizione, che vuole i corridori keniani sempre protagonisti. Il primo a tagliare il traguardo di viale Piave è stato Paul Tiongik (della Athletic Terni), che ha preceduto il connazionale Julius Rono, staccato di soli 7 secondi. Terzo è giunto Celestin Nihorimbere, atleta del Burundi che difende i colori dell’Atletica Prato. L’italiano Ruggero Pertile (quarto ai Mondiali di Maratona nel 2015) ha terminato la sua prestazione al sesto posto, primo degli italiani.
Tra le donne ha trionfato Doreen Chemutai. Seconda e terza sono giunte due italiane, rispettivamente Anna Spagnoli e Giorgia Morano. Andrea Brachi tra gli uomini e Katja Antonella Carbone tra le donne sono stati i primi pratesi a tagliare il traguardo. La ventottesima edizione della tradizionale corsa di pasquetta ha fatto registrare quest’anno il record di iscritti (ben 1300), che non si sono fatti scoraggiare dalla pioggia. Oltre alla gara competitiva erano tante, come al solito, le iniziative collaterali. Non è mancata l’Isola running, che ha visto correre per le strade di Prato numerosi animali (oltre ai cani non è mancata anche una capra), che hanno compiuto il percorso insieme ai propri padroni.
Fonte: tvprato.it

lunedì 28 marzo 2016


Eagles, la quattordicesima perla. Scudetto doveva essere e scudetto è stato. Campionesse d’Italia erano e campionesse sono rimaste. Il tricolore dell’hockey in rosa italiano è rimasto, come da sette anni a questa parte, nello spogliatoio delle Eagles Bolzano che a questo punto diventano una delle società sportive al femminile d’Italia con il maggior numero di titoli. Il volo delle aquile bolzanine parte da lontano, da quel settembre del 1991 quando un gruppo di ragazze si ritrovò al palazzo del ghiaccio di via Roma dopo aver letto quell’ annuncio apparso qualche mese prima sulle colonne del nostro giornale. Oggi le aquile, ovviamente non più quelle dell’epoca (molte sono già mamme), non hanno particolarmente faticato per aggiudicarsi la 26esima edizione dello scudetto del movimento femminile che nei primi anni ’90 fu dominato dalle società bellunesi. Dal primo scudetto, datato 2 marzo 1997, sono trascorsi 6964 giorni che più semplicemente possono essere tradotti in 19 anni tra tanti trionfi e solo qualche delusione. Le Eagles hanno portato a termine una stagione dove sono stati vissuti i due poli. Da una parte l’avvio difficile, tutto in salita che quasi rischiava di mandare a rotoli oltre venticinque anni di attività causa l’improvvisa carenza di fondi, dall’altra la facilità sotto l’aspetto sportivo con la quale hanno condotto la serie A. In mezzo tanti, troppi problemi in spogliatoio con qualche prima donna a sbraitare fuori dal coro, una scelta non perfettamente azzeccata delle straniere e l’amarezza di essere rimaste fuori dalla finale dell’Ewhl. La forza delle Eagles è stata proprio quella di essere compatte nel momento che serviva, dove c’era da sfoderare classe delle singole e il potenziale del collettivo. Da chapeau i numeri con i quali le aquile si sono riconfermate campionesse d’Italia. In dodici partite disputate, nessuna sconfitta, ma soprattutto ben 97 reti segnate e solo 16 subite. A conferma dello strapotere anche il risultato delle due finali contro le Torino Bulls (7-2 e 6-0), società che ha tenuto in piedi l’hockey sotto la Mole ma ancora troppo giovane per poter competere alla pari con le Eagles. Ieri ci sono voluti oltre sedici minuti per vedere la prima rete. A sbloccare il risultato Beatrix Larger con un tiro angolato andato a finire tra il palo ed il braccio dell'estremo avversario. Con le torinesi brave a spezzare il gioco delle bolzanine, il raddoppio giungeva quasi a metà della frazione centrale in power play con Chelsea Furlani imbeccata da Eleonora Dalprà. 
fonte http://altoadige.gelocal.it/

La Formula 1 sta per riaccendere in motori in vista del secondo appuntamento stagionale, domenica prossima in Bahrain, ma intanto resta in primo piano il drammatico incidente capitato a Fernando Alonso in Australia. La Fia ha avviato un'indagine su una presunta rottura del sedile della McLaren, da cui per fortuna il spagnolo è uscito quasi illeso. La Fia, in particolare, indagherà sulla rottura del sedile in prossimità della spalla, una eventualità che, pur compatibile con la severità degli impatti che ha subito la monoposto capottandosi più volte e schiantandosi infine sulle barriere, che i tecnici intendono valutare grazie anche alle nuove tecnologie che possono mettere in campo.
FONTE ansa




Battuto non dal bosniaco Damir Dzumhur, numero 94 al mondo, ma dall'afoso caldo di Miami. Rafa Nadal lascia il torneo americano per abbandono, quando perso il primo set 2-6 aveva recuperato il secondo e conduceva il terzo 3-0. Ma per tre volte lo spagnolo e' stato costretto a fermarsi dal clima subtropicale (33 gradi ma con un'umidita' elevatissima), si e' consultato con il suo allenatore, si e' controllato la pressione pericolosamente bassa, e alla fine ha gettato la spugna. 

"A un certo punto ho avuto paura: temevo di essere troppo debole e svenire". Non si e' invece fermata nonostante il clima Serena Williams, che ha battuto Zarina Diyas 7-5, 6-3 ed e' approdata al quarto turno: ''Sono stata abituata da bambina a vivere in strada, e sono abituata a queste condizioni: anzi, amo questo caldo umido". D'altra parte Nadal non e' stato l'unico: il numero 30 del tabellone, Thomaz Bellucci, si e' ritirato dopo due set per disidratazione

FONTE ANSA

 Non c'è stato nulla da fare. E' morto Antoine Demoitié, il ciclista belga di 25 anni travolto da una moto dopo una caduta durante la corsa Gent-Wevelgem di ieri in Belgio.

    Demoitié era caduto insieme ad altri quattro corridori a Sainte-Marie-Cappel, durante il breve passaggio della corsa ciclistica in territorio francese, ed è stato investito.
    Inizialmente portato in ospedale a Ypres, nelle Fiandre occidentali, era stato poi rapidamente trasferito al reparto di terapia intensiva dell'ospedale universitario di Lilla in Francia a causa della gravità delle sue condizioni.

    Nato a Liegi il 16 ottobre del 1990, Demoitié militava attualmente nel team belga Wanty-Groupe Gobert dopo tre anni passati con la Wallonie Bruxelles-Group Protect. Nel 2014 aveva vinto il Tour du Finistère, settima prova della Coppa di Francia.

FONTE Ansa

domenica 27 marzo 2016

Il keniano Geoffrey Kamworor ha vinto la gara maschile dei Mondiali di mezza maratona, svoltasi a Cardiff sotto una pioggia di forte intensità. Il neocampione del mondo, che ha corso nonostante una caduta in avvio che gli ha procurato alcune escoriazioni, ha chiuso in 59’10”. Aveva già vinto l’oro iridato della mezza maratona a Copenaghen nel 2014. Anche la medaglia d’argento è andata a un rappresentante del Kenya, Bedan Karok(59’36”), mentre il bronzo è andato al britannico Mo Farah (59’59”).
In chiave azzurra  Veronica Inglese è la prima azzurra, ma anche la migliore europea, ai XXV Campionati Mondiali di mezza maratona di Cardiff (Gran Bretagna). La 25enne di Barletta dopo una gara coraggiosa conclude  sedicesima in 1h10:59, a 2 secondi dal record personale siglato nell’edizione iridata del 2014 (quando a Copenaghen fu 22esima). In Galles vince la keniana Peres Jechirchir in 1h07:31 davanti alle connazionali Cynthia Limo (1h07:34) e Mary Wacera (1h07:54). E’  38^ in 1h13:45 la rientrante Rosaria Console, seguita da Anna Incerti, oggi non nelle migliori condizioni, in 1h14:00. Le azzurre sono settime nella classifica a squadre dominata dal Kenya, che complessivamente vince 4 ori su 4. Fra gli uomini conserva il titolo con una grande prestazione (59:10 nonostante una caduta allo start e  la pioggia battente nei chilometri finali) il keniano Geoffrey Kamworor che ha la meglio su Bedan Karoki (59:36) e sul paladino di casa Mo Farah (59:59). La gara vede Stefano La Rosa chiudere 25° in 1h04:05.